“Prevenire è meglio che curare…”, l’igiene orale ha un ruolo essenziale e fondamentale nella prevenzione delle patologie oro-dentali e promuove la salute orale dei pazienti migliorandone la salute generale, l’estetica e la funzionalità.
Per igiene orale si intendono tutte quelle manovre sia domiciliari sia professionali per garantire una corretta pulizia del cavo orale.
L’igiene orale viene eseguita dall’Igienista Dentale, operatore sanitario che in possesso del titolo di studio abilitante alla professione (Laurea in Igiene Dentale), si occupa della prevenzione delle affezioni oro-dentali, il suo lavoro ha come fine la prevenzione a livello del cavo orale.
L’igienista dentale provvede ad effettuare:
Le consigliamo di effettuare l’igiene professionale almeno ogni 6 mesi, arco di tempo medio in cui si crea il biofilm batterico.
In casi particolari consigliamo le sedute d’igiene orale ogni 3 / 4 mesi, nei pazienti con parodontite (piorrea), pazienti con impianti e pazienti con apparecchi ortodontici.
La seduta di igiene orale dura circa 45 min, il primo step consiste nell’ablazione del tartaro e nella rimozione della placca batterica attraverso l’utilizzo di strumenti ultrasonici e manuali.
Il secondo step è l’utilizzo di presidi come filo o scovolino negli spazi interdentali, si procede poi alla rimozione delle macchie e alla lucidatura degli elementi dentali attraverso l’uso di polveri (bicarbonato, eritritolo etc) e paste da profilassi.
Inoltre, in alcuni casi, l’applicazione di mascherine con gel al fluoro o con paste remineralizzati.
L’igiene orale non è dolorosa, può essere definita “fastidiosa”, in alcuni casi si può avere elevata sensibilità e in questi casi è possibile far fare l’anestesia dall’odontoiatra.
La combinazione di saliva e cibo produce un biofilm batterico che si deposita sulle superfici dentali e gengivali, questa è detta placca o placca batterica. Se quest’ultima non venisse rimossa, con le classiche manovre di igiene orale domiciliare, potrebbe cristallizzare e solidificare diventando tartaro. Il tartaro, oltre a provocare infiammazione gengivale per l’alta presenza di batteri al suo interno, non è rimovibile dal paziente ma può essere rimosso solo dall’ablazione del tartaro professionale eseguita in uno studio dentistico.
La gengivite è un’infiammazione localizzata della gengiva causata da un accumulo non rimosso di placca caratterizzata da gonfiore, rossore e sanguinamento al tatto e al sondaggio, può essere presente dolore da blando a severo a seconda dei casi.
Ci sono altre cause di gengivite come ad esempio l’accumulo di cibo causato da protesi fisse incongrue o la mancanza di punto di contatto tra due denti ma la più frequente rimane la mancata rimozione della placca.
È importante ristabilire una salute gengivale effettuando l’igiene orale professionale coadiuvata dall’utilizzo di collutori specifici se necessario, per evitare che tale patologia peggiori diventando malattia parodontale.
È un’infiammazione cronica irreversibile dei tessuti di supporto del dente (gengiva ed osso circostante) che colpisce soprattutto i pazienti con un basso indice di igiene orale causando la possibile perdita di elementi dentali. Il segno caratteristico della malattia parodontale è la formazione di tasche; altri fattori di rischio sono: fattori genetici, fumo, utilizzo di alcol e sostanze stupefacenti.
Non è possibile ripristinare i tessuti andati persi ma è possibile contrastarla e contenerla attraverso sedute di igiene orale professionale ravvicinate mirate oltre alla rimozione del tartaro anche a raggiungere una corretta collaborazione del paziente nelle manovre di igiene domiciliare (questo è sicuramente il fattore chiave per il successo della cura).
Normalmente tra gengiva e dente c’è uno spazio di 2-3 mm, la tasca parodontale è l’allungamento di questo spazio oltre i 3 mm dove all’interno avviene una proliferazione batterica, difficilmente pulibile dal paziente, che causa la progressiva perdita di osso.
Il sondaggio parodontale è una manovra minimamente invasiva eseguita, utilizzando uno strumento manuale chiamato sonda parodontale simile ad un misuratore, che viene inserita tra dente e gengiva per misurare la profondità della tasca. Questo è importante per stabilire la gravità della malattia parodontale.
Consistono nell’eseguire, utilizzando strumenti manuali specifici e atraumatici, un’accurata pulizia sottogengivale al fine di asportare i depositi di tartaro dalle superfici radicolari. Sono indicate in quei pazienti che a causa della malattia parodontale hanno avuto un riassorbimento dell’osso presentando tasche.
I denti vanno lavati dopo ogni pasto o spuntino e spazzolati per almeno 2 minuti.
In molti ci fate questa domanda, sicuramente lo spazzolino elettrico consente una pulizia più approfondita grazie al suo movimento roto oscillante, e permette di evitare lo “spazzolamento orizzontale” tipico di chi uso lo spazzolino manuale.
Nel caso si utilizzi uno spazzolino manuale si consiglia la tecnica “a rullo”: posizionare lo spazzolino a 45° a livello del margine gengivale ed eseguire un movimento verticale dalla gengiva verso il dente, 2 denti alla volta sia dal lato esterno sia dal lato interno. Per finire si spazzola anche la parte masticante (occlusale) dei denti premolari e molari.
Nel caso si utilizzi uno spazzolino elettrico invece le manovre sono più semplificate anche se la tecnica cambia: bisogna appoggiare la testina, che effettua già da sola un movimento rotatorio (roto-oscillante) sul singolo dente per 3 secondi sia nella parte esterna, sia in quella interna sia su quella masticante. Guarda il video
Il filo interdentale è un presidio fondamentale per pulire gli spazi interdentali, serve a rimuovere residui di placca che si depositano fra un dente e l’altro (superfici interprossimali), zone queste che gli spazzolini sia manuali sia elettrici non riescono a raggiungere adeguatamente.
È importante utilizzarlo almeno una volta al giorno.
Oltre alle normali procedure di igiene orale domiciliare già citate, per chi ha una protesi fissa, sia su denti sia su impianti possono essere utili:
È un trattamento estetico che agisce sullo smalto dentale, penetrando all’interno dei prismi dello smalto, rendendo i denti più bianchi. Il risultato è soggettivo e dipende dal colore di partenza dell’elemento dentale.
Presso lo Studio Vercellini eseguiamo lo sbiancamento in office, cioè il trattamento avviene in poltrona sotto il controllo dell’igienista. Il tempo necessario è di un’ora e mezza.
Bisogna effettuare una seduta di ablazione del tartaro 7-10 giorni prima di eseguire lo sbiancamento.
Nelle ore successive al trattamento bisogna:
Evitare di fumare
Consumare una “Dieta bianca” ovvero evitare di assumere cibi e bevande che possono pigmentare i denti come ad esempio:
Dopo un trattamento sbiancante potrebbero presentarsi alcuni possibili effetti collaterali con l’ipersensibilità dentinale o infiammazione temporanea delle gengive.
L’ipersensibilità dentinale è il sintomo più comune e può essere più o meno lieve ed è assolutamente reversibile nel giro di poche ore. La reversibilità può essere accelerata tramite l’utilizzo di gel al fluoro/desensibilizzanti o dentifrici per denti sensibili.
L’infiammazione gengivale potrebbe verificarsi a causa del contatto con l’agente sbiancante (perossido d’idrogeno, perossido di carbamide), la sensazione è simile al bruciore e le zone interessate possono apparire biancastre. Tutto questo si risolverà spontaneamente dopo poche ore.
In commercio si trovano gel, strisce e dentifrici. Alcuni di questi prodotti contengono lo stesso principio attivo degli sbiancanti professionali, ma in concentrazioni molto ridotte. Per questo motivo la loro efficacia risulta piuttosto limitata e il loro utilizzo dovrebbe essere inteso come coadiuvante al mantenimento del risultato ottenuto con tecniche professionali.
L’azione dei dentifrici sbiancanti è in molti casi legata ad un’alta abrasività (misurata come RDA >100) che mira a rimuovere meccanicamente le pigmentazioni che si depositano sulla superficie del dente senza avere alcun tipo di effetto sbiancante.
Altri prodotti contengono invece sbiancanti ottici che, depositandosi sulla superficie del dente, ne cambiano la capacità di riflessione della luce facendo apparire il sorriso più̀ chiaro. In realtà̀ questo effetto è poco efficace e non è duraturo.